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Esistono, secondo me, molte similitudini tra il cosiddetto processo G.R.O.W che supporta il Coach nel seguire una metodologia di approccio durante una sessione di coaching ed il noto processo Kaizen ovvero “miglioramento continuo” adottato dalle multinazionali Giapponesi.

Innanzi tutto definiamo il processo G.R.O.W dove

  • G sta per Goal (fissare un obiettivo della sessione di coaching che sia realistico e raggiungibile)
  • R sta per Reality (analizzare il contesto e la realtà di vita di colui che si rivolge al coach per raggiungere l’obiettivo prefissato)
  • O sta per Opportunities (sviscerare tutte le opportunità da considerare e cogliere per produrre il cambiamento necessario a raggiungere l’obiettivo della sessione)
  • W sta per Wrap Up (riepilogare quanto discusso e definire un piano di azione e relativa tempistica)

Nel Kaizen, applicato ai processi di fabbrica, avviene, più o meno, lo stesso percorso del GROW dove:

– si fissa lo scopo del progetto (rigorosamente su foglio A3 per agevolare una panoramica generale ed immediata),

– si analizza il processo cosi come è utilizzando le 5 Why (perché) in modo da cercare in profondità la vera “route cause” ovvero la causa o il punto debole del processo dove poter applicare un miglioramento,

– si analizzano tutte le vere e possibili opportunità a disposizione,

– ed infine, una volta individuate le attività di miglioramento necessarie, si fissa un piano d’azione, i relativi costi, i risparmi e le tempistiche per le applicazioni del cambiamento.

Ricordiamo che il Kaizen per essere denominato tale deve necessariamente prevedere nel processo individuato un risparmio operativo e di costi di piccole entità. I grandi risparmi non sono annoverabili come “miglioramento continuo” ma necessari alla sopravvivenza della fabbrica.

E allora dove è la similitudine con il coaching?

Facciamo un esempio: Durante una sessione di coaching il coachee individua l’obiettivo personale e di vita da voler raggiungere, ad esempio :“voler smettere di fumare durante le pause di lavoro” , come previsto dalla fase G di Goal.

A quel punto si passa alla fase “R” ovvero l’analisi della realtà utilizzando i 5 Why? (come nel Kaizen) .

  1. Perché fumo durante le pause di lavoro? Perché mi aiuta a riflettere;
  2. Perché rifletto durante le pause? Perchè mi sento nervoso e stressato dai carichi di lavoro che il mio capo mi assegna continuamente;
  3. Perché il mio capo mi assegna carichi di lavoro esagerati? Perché non conosce a fondo la mia agenda e la mia organizzazione di lavoro
  4. Perché il mio capo non conosce la mia agenda di lavoro? Perché non ho mai il tempo di parlarne con lui.
  5. Perché non ho mai il tempo di parlare con il mio capo? Perché non abbiamo il tempo di fissare sessioni di aggiornamento ed organizzativi.

Ed ecco che si è arrivati alla O di Opportunity, ovvero analizzare le opportunità di miglioramento di un processo. Nel nostro caso abbiamo trovato alcune idee:

  1. Innanzi tutto, parlare del proprio disagio con il capo
  2. Fissare un appuntamento periodico per analizzare ed eventualmente rivedere l’agenda di lavoro
  3. Approfittare della pausa caffè per parlare serenamente con il proprio capo di come procede il lavoro, in fondo anche lui ama prendere il caffè, evitando cosi di fumare.

L’ultima fase W di Wrap Up è proprio quella di fissare un piano d’azione nei processi da seguire nei giorni a seguire con un obiettivo chiaro, cosi come previsto nel Kaizen, “Evitare almeno 10 sigarette a settimana pari a 20 Euro al mese, senza quantificare i benefici sulla salute!”

Ebbene abbiamo visto e semplificato le similitudini tra I metodi di Coaching ed il Kaizen che possiamo riepilogare in:

  • Fissare l’obiettivo
  • Analizzare la realtà attuale
  • Verificare il Gap (divario) da colmare tra realtà e obiettivo di miglioramento ed analizzare le opportunità a disposizione
  • Infine fissare i Risparmi/ Vantaggi, il Piano d’Azione e la Tempistica.

Buona Lavoro da Leadermente.it!!!

 

 


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